Per potere apprezzare al meglio le caratteristiche di un vino, sia le qualità visive che olfattive, il bicchiere assume un’importanza non di poco conto. Le qualità quali colore o gli odori sprigionati e racchiusi all’interno di un bicchiere possono in qualche modo essere alterate da un bicchiere non idoneo. Il bicchiere è un catalizzatore, un concertatore delle qualità che poi scopriamo durante la nostra bevuta. Diamo per assodato che quando si parla di bicchieri da vino stiamo parlando di calici in vetro trasparente senza nessun tipo di decorazione. Per quanto riguarda la forma queste cambiano a seconda del vino che stiamo bevendo. Può sembrare un’esagerazione, ma per poter apprezzare al meglio un vino la forma del bicchiere in questo caso fa anche la sostanza del vino. La forma rende il vino migliore? Si. Immaginate di aprire una bottiglia di Barolo d’annata e versato in bicchieri di plastica o in un bicchiere da birra da un litro rubato all’ultimo Oktober Fest, pensate che il vino che degustate abbia lo stesso sapore? Lascio a voi le conclusioni. In ultimo, prima di elencare le varie forme di bicchieri e indicarne l’uso, vorrei precisare che oltre ad avere un buon calice si devono avere delle buone maniere. Il calice si tiene dalla base, non mi stancherò di ripeterlo; il motivo è semplice, si evita di alterare la temperatura di servizio con il calore delle proprie mani, in più aggiungiamo anche quel minimo di distanza tra il naso e la nostra mano così da evitare, per quanto si può, che al naso arrivi anche l’odore del sapone con il quale vi siete lavati le mani. Quando si partecipa ad una degustazione bisogna evitare che odori esterni al vino disturbino il nostro olfatto. Ritornando alla forma del bicchiere, è importante saper associare ad ogni vino il calice appropriato. Qui ne riporto una serie, una linea guida di massima.

Per i vini rossi o i vini a taglio bordolese si usano i calici di forma più allargata (come il Bordeaux o il Borgogna). Questa forma favorisce l’ossigenazione del vino e permette di concentrare al meglio la complessità dei profumi.

Questo è un tipico bicchieri per Barolo, Barbaresco, Pinot nero. Si utilizzano per i vini rossi che hanno un bouquet ricco, intenso, con diversi sentori da salvaguardare. Con questa forma la diffusione degli aromi avviene ad “Anello”, vale a dire che l’alcool si concentra verso l’esterno mentre all’interno si diffondono maggiormente gli aromi propri del vino.

Questo è il tipico calice per degustare dei vini particolari ed esplosivi come il Cabernet e il Merlot. Possono essere utilizzati anche per tutti i vini a taglio bordolese.

Semplice il calice da vino bianco. La differenza rispetto ai calici utilizzati per il Merlot e il Cabernet come sopra è minima. Potreste decidere di sceglierne un tipo. Leggermente chiuso, così da concentrare gli aromi al naso, ma abbastanza aperto per permetterne l’ossigenazione rapida.

Per i vini bianchi strutturati si usano bicchieri simili a quelli per i rossi giovani, ma con l’apertura più stretta in modo da concentrare i profumi verso l’alto (tipo il Renano).

La flute è il calice indicato per gli spumanti secchi: concentra i delicati profumi verso l’alto e mantiene a lungo il perlage. Negli spumanti valutare il perlage è importante in quanto le bollicine sono un parametro qualitativo dei vini spumante per il loro numero, la loro grandezza e la loro persistenza.

La coppa si utilizza con gli spumanti con l’effervescenza dolce e mielosa di un Moscato d’Asti. L’ampia apertura consente di “disperdere” la dolcezza del residuo zuccherino su tutta la lingua e la bocca.

Il bicchiere da Cognac o da Armagnac.

Infine i bicchieri per la Grappa, si concentra tutto in un cilindro per farvi arrivare al naso gli aromi della grappa ma tenerne fuori la spiccata alcolicità.
Di scelte ce ne sono molte. I bicchieri cambiano poi in base al produttore, al materiale e naturalmente al prezzo, le forme possono variare di poco. A ciascun il suo vino e a ciascun vino il suo calice. Prosit