Senza essere troppo prolissi e senza troppi tecnicismi vi parlerò di come un semplice succo d’uva rossa si trasforma in vino… rosso. Lo specifico perché dall’uva rossa è possibile fare anche vini bianchi ma non viceversa. Forbici alla mano si parte con una bella vendemmia. E’ una fase delicata. Più l’uva arriva integra in cantina, meglio è. Una volta in cantina l’uva viene ripulita dai raspi e dalle foglie e tramite grossi macchinari viene pressata per farne uscire il mosto
La Pigiatura
La vinificazione ha inizio proprio con la pigiatura. Il mosto che fuoriesce viene pompato direttamente nei tini i quali vengono colmati solo a tre quarti perché, durante la fermentazione, il mosto aumenta di volume e rischia di fare esplodere il tino.
La Fermentazione
La fase della fermentazione ha inizio quando il mosto si trova nel tino. La fermentazione è un processo biochimico che trasforma gli zuccheri e l’acqua contenuta nell’acino in alcol e anidride carbonica. I microorganismi che fanno scaturire il processo di fermentazione sono i lieviti che si trovano sulla buccia dell’uva, nient’altro. In alcuni casi l’enologo decide di aggiungere altri lieviti selezionati che daranno al vino un contributo alla fermentazione aggiungendo dei particolari sentori. Durante la fermentazione si tiene in considerazione un parametro importante, la temperatura. Questa non deve mai essere inferiore ai 18°C, infatti, nelle zone fredde si fa ricorso a caloriferi per tenerla costante.
Il mosto in fermentazione sprigiona gas che spingono le parti solide (le vinacce) verso l’alto; nel giro di poco tempo si vengono a creare due distinte parti, una liquida in basso e una solida in superficie, fatta di bucce e vinacce, il cosiddetto cappello. Siccome è bene che il liquido venga in contatto con le vinacce per dare colore al vino, si devono eseguire periodicamente queste operazioni:
– Follatura: con un bastone si rompe il cappello e si dà ossigeno al mosto;
– Rimontaggio: con una pompa dal fondo del tino si preleva del mosto liquido e si versa direttamente sul cappello.
La durata della macerazione del mosto nel tino può variare secondo il tipo di vino: fino a 15 giorni se si tratta di vini da invecchiamento, circa la metà se siamo in presenza di vini giovani.
La Svinatura: Il vino dal tino si travasa in una botte filtrandolo e lasciando i residui per la concimazione e per estrarne i distillati.
Seconda fermentazione: Il produttore a questo punto può decidere se far partire una seconda fermentazione, la cosiddetta malolattica. A seconda della tipologia del vino e alla giusta temperatura, il vino può iniziare la fase malolattica, ovvero la trasformazione dell’acido malico (molto aspro) nel più morbido acido lattico che darà ulteriori sentori al vino e sarà meno acre.
La conservazione
Quando il vino cessa di produrre anidride carbonica, diventa particolarmente vulnerabile all’aria. Quindi, si fa molta attenzione a riempire fino all’orlo le botti, i contenitori con galleggiante sempre pieno e con tappi colmatori in grado di controllare il livello del liquido nel recipiente. Se il livello di qualche recipiente fosse calato si provvede subito al rimontaggio con vino dell’annata precedente o della stessa annata.
I travasi
Il primo travaso si effettua circa 20 giorni dopo la fine della fermentazione lenta, pressappoco a metà novembre. I travasi sono necessari per togliere residui e impurità dal vino. I successivi travasi andranno eseguiti a Gennaio e a fine Febbraio. Ormai il vino è sufficientemente decantato e pulito e quindi si procede alla brillantatura.
A questo punto il nostro vino è pronto per l’invecchiamento in botte se si tratta di vino rosso di una certa importanza, oppure si potrà imbottigliare per lasciarlo affinare in bottiglia per altri 7-8 mesi in modo che siano eliminate tutte quelle imperfezioni della giovinezza.