CLAYVER: L’INNOVAZIONE BRINDA AI TRE BICCHIERI
Joško Gravner dal 2001 ha deciso di lasciare definitivamente la vinificazione in botte per dedicarsi alla vinificazione in anfora di terracotta. Ma forse pochi conoscono i Clayver dalla omonima azienda savonese. Sono orribili a vedersi, assomigliano più a delle mine d’alto mare o delle enormi boe da ormeggio, ma altro non sono che contenitori per la fermentazione e la conervazione del vino. Il nome deriva dall’azienda che li produce e la particolarità è il materiale in cui sono realizzate ovvero un gres porcellanato, un materiale resistente agli urti e impermeabile, che non presenta i problemi di assorbimento, di perdita di vino o di cessione di sostanze indesiderate. Permette uno scambio con l’esterno (necessario per il vino) grazie alla sua struttura microporosa. Le versioni dei clayver vanno da 250 e 400 litri. Sono progettati anche dei speciali supporti che consentono di impilare i Clayver e quindi di sfruttare al meglio lo spazio all’interno delle cantine, aumentandone la capacità. Oltre a questo agevolano anche una serie di operazioni, come ad esempio il riempimento, lo scarico, il bâtonnage e la pulizia del contenitore. Ed ecco il premio dato dal Gambero Rosso ad un vino affinato in botti clayver.
Un vino fermentato e maturato in Clayver e acciaio per 12 mesi
Questo vino afinato nei contenitori in gres porcellanato che è stato insignito per la prima volta dei Tre Bicchieri nella guida Vini d’Italia 2018 del Gambero Rosso. Si tratta del Sannio Sant’Agata dei Goti Piedirosso Artus DOC 2015 di Mustilli. Da uve 100% Piedirosso, ha fermentato in Clayver e acciaio per circa 3 settimane, dove ha proseguito la maturazione per circa 12 mesi. Il vino ha poi affinato in bottiglia per 6 mesi prima di essere messo sul mercato. I clayver sono realizzati dall’omonima azienda di Savona, che l’ha immesso sul mercato nel 2014 dopo una lunga fase di studio e sperimentazione. Adesso lo cerchiamo e lo assaggiamo. Vi farò sapere. Ciao a tutti