“Il rock è sempre stato la musica del Diavolo.”
(David Bowie)
“Il Rock’n’Roll è la forma espressiva più schifosa, brutale e malefica, un afrodisiaco pestilenziale, la musica preferita di tutti i delinquenti della terra.”
(Frank Sinatra)
Il rock, come ogni rivoluzione, insieme ad una moltitudine di seguaci, ha visto agli esordi migliaia di haters.
Oggi sono andata a trovare un rockettaro puro, un pirata rivoluzionario dell’arte e del vino Danilo Quazzolo, un produttore sui generis produttore di vino nel Barbaresco dell´omonima azienda agricola Quazzolo.
Danilo e´un uomo dalle due personalità, che viste da fuori possono sembrare l’una in competizione con l’altra, ma che in realtà si uniscono e si fondono insieme in un meraviglioso blend di dark e passione, forza e sensibilità, ribellione e regole, rock e arte!
Un bel mix che porta ad un finale di estremamente armonico come il Barbaresco di sua produzione.
Appena si entra nel cortile della cantina si nota subito la sua Harley accanto ad una pressa che ha deciso di mettere a posto e personalizzare con un grosso teschio rosso e la scritta “KILLER GRAPE”. Divertente direi. Ma cosi´ come Danilo che produce iol vino divertendosi. Il Jolly Roger (teschio dei pirati) ) è il simbolo che predilige e Danilo – pirata tra i produttori – oltre ad usarlo nelle magliette e in qualche tatuaggio, ha voluto ricordarlo anche all’interno del suo mondo vinicolo.
Fin qui tutto sembra in armonia con il personaggio, ma ecco che all’interno della cantina tutta questa immagine dura e rivoluzionaria di lui, si ammorbidisce con un ritratto enorme su una vasca in cemento del volto di Gesù.
Lui è l’autore di quel ritratto tanto sensibile e spirituale. A quel punto capisco il suo amore per l’arte ma lo capirò fino in fondo solo quando mi parlerà di come è nata l’idea di quei strani simboli come fossero scarabocchi di un bambino, sull´etichetta.
Mi porta nel piccolo angolino dedicato alle degustazioni e mi mostra un ritratto del nonno che solleva in aria un calice di vino. Tutto il dipinto è realizzato sempre con queste linee attorcigliate che visti in lontananza, con i suoi chiaro/scuri danno vita ad un´immagine concreta.
I ghirigori sono la sua forma per dipingere, che purtroppo o per fortuna Danilo ha dovuto accantonare per fare posto ad un’altra arte: fare il vino!
Anche in questo campo come nell’arte, il suo personaggio viene rimesso in discussione. Il suo vino mi stupisce. Il suo aspetto, i suoi tatuaggi, il suo essere un po’ dark mi facevano pensare ad un vino che definirei quasi come una musica Heavy Metal, aggressiva e di ribellione….e invece il suo vino è un rock puro, un rock armonico e quasi melodico.
Danilo produce Dolcetto, Nebbiolo, Barbera e Barbaresco. Ha ereditato la sua terra dai suoi antenati. Ha studiato Agraria alle superiori, ma poi decide di seguire la sua vena artistica intraprendendo l’Accademia delle Belle Arti. Solo nel 2013 decide di prendere in mano l’azienda di famiglia. Non so cosa lo abbia spinto, non me lo dice. Forse il bellissimo panorama sulle vigne di Barbaresco che si vedono dal balcone di casa sua; forse il suo amore per il vino; o semplicemente perché il vino, come il rock, scorre nelle sue vene sin dalla nascita.
Il passaggio non è stato semplice. Danilo parte da zero e con un budget pari a zero. Non può permettersi un operaio quindi in cantina gestisce tutto lui, ma questo non lo spaventa. Come artista ama il silenzio (tranne quando sgasa con l´Harley) e la solitudine. Le botti usate dallo zio prima di lui erano vecchie ed usate. Per iniziare compra una sola botte nuova. Ha le idee ben chiare su come vuole il suo vino. Vuole portare una ventata di freschezza e modernità ad un vino rimasto per troppo tempo vecchio e pesante. Decide così di smaltire il prima possibile il vino delle vecchie annate per poter partire con il suo nuovo stile. Riesce in pieno nella sua impresa.
Fa fermentare il vino in vasche di cemento ed il suo blend delle uve provenienti da terreni diversi avviene già in fase di fermentazione. Una volta finita la fermentazione, i vini vengono lasciati invecchiare per 30 mesi in botti grandi. Nell’etichetta decide di dare il suo tocco artistico ed usa un ghirigoro che cambierà colore in base al vino.
Assaggiamo due vini insieme. Iniziamo con un Nebbiolo giovanissimo nel quale sento ancora una nota verde ma piacevolissimo al palato. Fresco, pulito, giovane. Sono curiosa di assaggiare il Barbaresco. Nel bicchiere il colore rosso rubino e´ brillante, al naso sentori di sottobosco, ciliegia, lamponi maturi qualche nota di cuoio e tabacco al palato il tannino e´avvolgente e vellutato.
Ci sediamo su una panchina sul terrazzo che si affaccia sulle vigne e dove parliamo di tutto. Intanto bevo un altro sorso di Barbaresco con una struttura rockettara ma sempre elegante come un maggiordomo inglese e mi godo il paessaggio di fronte a me.
E come la canzone di Neil Young (con una leggera modifica), auguro a Danilo di continuare a fare Rock nel mondo del vino 😉
Keep on Rockin’ in the wine world
(ROCKING IN THE FREE WORLD – canzone di Neil Young)