Se siete mai stati al Vinitaly, saprete già che il primo padiglione che si incontra è quello dell’Emilia Romagna. Quest’anno la Regione Emilia Romagna era presente con oltre 200 aziende produttrici, con ben 500 vini da gustare. Il vino parla la lingua della propria terra, e la Romagna è un fazzoletto di terra rigoglioso che corre tra il mare e gli Appennini, increspandosi in poggi e colli disegnati dalle geometrie della natura. Frutteti e vigneti alternati da case coloniche, borghi, torri e rocche medievali. C’è chi dice che i romagnoli sono un popolo un po’ ruvido e molto legato alla propria terra. Ma la verità è che sono un popolo meraviglioso ed ospitale. Lo dimostrano con le numerose iniziative per promuovere il turismo tra cui c’è l’enoturismo in prima linea.
La Romagna è una regione collinare italiana, che si affaccia sul mare Adriatico costellato da paesini che sono dei gioielli incastonati in un paesaggio che sembra muoversi come prosecuzione delle onde del mare. Una volta era intero dominio dello Stato Pontificio, che da Imola e Castel San Pietro attraversa le province di Forlì Cesena, Ravenna e Rimini, sino a giungere all’Adriatico. Da questi paesaggi nascono Romagna Albana DOCG – primo vino bianco italiano riconosciuto a Denominazione di Origine Controllata e Garantita – Romagna Sangiovese DOC, che e´ roba da lasciarci il cuore. Il Romagna Albana Spumante DOC, Romagna Trebbiano DOC, Romagna Pagadebit DOC, Romagna Cagnina DOC, insieme alle più recenti Colli d’Imola DOC, Colli di Faenza DOC.
Il mio vero approccio ai vini della Romagna non è avvenuto in occasione del Vinitaly però, ma ho fatto la conoscenza con alcuni di loro in Germania e precisamente nella patria della birra, Monaco di Baviera. L´occasione mi è stata data dal deus ex machina di tutto ciò che è vino a Monaco Di Baviera, ovvero Faye Cardwell. Faye oltre ad essere una che di vino se ne intende, si occupa di wine events & comunication. E’ lei (inglese per nascita ma con un perfetto italiano con un lieve accento veneto) che a Monaco di Baviera dirige l’orchestra dei produttori italiani e porta alla ribalta il nostro vino. Le cantine di Eataly sono accoglienti e rimangono un posto dove noi “emmigrants” troviamo un pezzo di Italia. E’ toccato ad alcuni produttori romagnoli lasciarmi vivere questo breve ma intenso ritorno a casa con una splendida degustazione. Erano presenti poche ma buone cantine che vi elenco di seguito:
Bulzaga, Celli, Drei Donà, Fattoria Nicolucci, Fiorentini Vini, Poderi dal Nespolo, Randi, San Valentino, Spalletti Colonna di Paliano, Tenuta Uccellina.com
Il Sangiovese prodotto in Romagna è un vino che sente l’influsso del mare e i profumi di una campagna collinare immacolata. Ho degustato alcuni vini che mi hanno lasciato sorpreso identificandoli con alcuni toscani più blasonati. Inizio il mio giro enoico dalle Cantine Spalletti. La storia delle cantine Spalletti affonda nel 1500 quando i vini venivano venduti ai Monaci Classensi in villeggiatura al Castello di Ribano. Nella tenuta, oltre al Sangiovese si coltivana Albana, Bombino Bianco, Cabernet Sauvignon e Franc, Riesling, Chardonnay e Merlot. L’Albana di Romagna “Duchessa di Montemar” è un vino luminoso fresco che porta alla mente la pesca gialla e l’ albicocca, e fiori gialli. L’ingresso è morbido e avvolgente con equilibrio fra freschezza e morbidezza. Si beve da solo ma con dei formaggi pecorini sarebbe un matrimonio eccellente. Il Sangiovese riserva “Villa Rasponi” e il superiore “Rocca di Ribano” mi lasciano stupefatto. Colore rosso rubino un naso che spazia dalla frutta alla liquirizia con un tocco di erbaceo e delle spezie, un vino che ha un olfatto complesso. Al palato la frutta matura gioca la sua principale espressione. Delle cantine Bulzaga vale la pena assaggiare tutto ma soprattutto andarli a trovare in quanto si trovano in un luogo abitato ancora dalle fate e folletti. Si trovano a Brisighella centro termale e antico borgo medievale. Assaggio il Ravenna uve Longanesi IGP 100%, un vino esuberante e descriverlo farebbe perdere il piacere di un scoperta unica di un vino diverso assultamente fuori dal comune. Lo Stramonio è un Sangiovese superiore riserva del 2014, delicato e robusto nello stesso tempo, un rosso rubino brillante e al naso la liquirizia e il panforte un vino da tenere ancora qualche anno in cantina per apprezzarne ancora la maggiore complessità. Castrocaro non solo regalava note musicali ma con le cantine “Fiorentini” anche due ottimi vini che sono come note musicali ben suonate, il Romagna Albana DOCG secco “Cleonice” e il Sangiovese Castrocaro riserva “Vigna dei Dottori”, quest’ultimo in particolare, ancora un po ruvido, ha un ottima potenzialità per un futuro brillante e un naso gia affinato da frutta matura e spezie. Concludo con un ultimo vino che mi ha convinto, il ” urson” della Tenuta Uccellina un Longanesi IGP del 2013. Al naso è inconfondibile la ciliegia sotto spirito, il cacao e foglie di salvia. Sensazioni che si ritrovano in bocca, con un tannino che al primo sorso aggredisce ma che poi lascia il segno e si prolunga con una lunga scia di odori e sensazioni. Un vino che abbinato ad un piatto di cacciagione da una notevole risposta al nostro palato.
Spero di avervi lasciato un enorme curiosità, non solo di visitare questa Regione meravigliosa, ma di assaggiarne la sua essenza in uno o più bicchieri di vino.