Il Negramaro è un vitigno a bacca nera coltivato in tutta la Puglia ma in particolare nella zona del salento. Partiamo dal nome, perché Negroamaro? Come ogni nome che vanta secoli di storia (il Negroamaro è uno dei più antichi vitigni in Italia) ci sono varie versioni. La più accreditata è che derivi dal latino “Negro” riferendosi proprio al colore scuro delle bacche e “amaro” derivante sicuramente da quell’enorme quantità di tannini che questo vino possiede dandogli oltre al corpo una nota amarognola di mandorla amara. La seconda ipotesi è linguistica ovvero si tratta della fusione di due parole, una greca “mavros” e un’altra latina “niger” che entrambe significano “nero”. E’ un vitigno molto versatile sia per creare delle ottime bottiglie di brut sia per la vinificazione in rosa. E’ molto sensibile e teme il caldo eccessivo, alcuni produttori per tale motivo fanno crescere i vitigni a spalliera e proteggero dai raggi del sole diretti (allevamento costituita da un tronco verticale, in cui è inserito un tralcio a frutto di 8-10 gemme di lunghezza, piegato orizzontalmente lungo la direzione del filare) Da ottimi risultati vinificato come brut dando dei vini persistenti con molta frutta fresca al naso per me ottimi come aperitivi estivi. I rosati appaiono carichi come dei tramonti estivi e hanno una caratteristica profumazione di rosa, di fiori e sono molto freschi e sapidi che li rende adatti per accompagnare formaggi anche stagionati. Ma per me il Negroamaro è e rimane il vino vinificato così com’è, nero.
Un rosso intenso avvolte impenetrabile. Spezie, frutti rossi, cacao, tabacco, prugna e alcune volte di selvatico. Piatti a base di salumi o di formaggi stagionati si sposano a meraviglia con un bel bicchiere di Negroamaro. Ne ho qualcuno che ho degustato la scorsa edizione del Vinitaly. qui di seguito vi do qualche bottiglia da assaggiare e da tenere in considerazione:
A -Mano è un’azienda del barese ma il Negroamaro proviene da un singolo vigneto in Salento. É una vecchia vigna a spalliera non irrigata. Un bel rosso rubino con una sfumatura violacea Al naso riconoscerete i frutti di bosco, le spezie e il tabacco. Un vino eleganti e con dei tannini che meritano di invecchiare almeno 20 anni. Compratelo e mettetelo da parte se fra qualche anno vorrete bere un perfetto esemplare di “borgogna salentina”. Abbinateci una bella grigliata.
Tomegna azienda vinicola Giuliani ha settanta anni di storia nel cuore della Murgia barese. La filosofia è quella di valorizzazione di antichi e pregiati vitigni varietali autoctoni tra i quali Il Negroamaro che dal mio punto di vista è la punta di diamante dell’azienda. Un rosso rubino brillante che salta subito all’occhio e fragranze di frutti rossi, come ciliegia, amarena e prugne con una leggera nota speziata che arricchisce la gamma complessa di aromi. Da abbinare a primi piatti a base di pasta fresca condita con ricco ragù o carni alla griglia, se volete la perfezione abbinatelo alla carne bianca cucinata a forno
Severino Garofano. A Copertino nel cuore del Salento Severino Garofano ha creato un’azienda per portare in tavola un vino derivante dal ripetto delle tradizioni e della natura. sono due i vini che vi suggerisco:
Simpotica: Perchè il nome Simpotica per un Negroamaro? Bere insieme fu una delle più importanti forme sociali nel mondo della Grecia Antica. L’aggregazione simpotica o simposiale era finalizzata a una specifica celebrazione di occasioni particolari: le poesie o i carmi conviviali erano destinati ad essere recitati nel momento conclusivo del banchetto, il quale rappresentava un dispositivo generatore di gratificazione collettiva. La maggior parte delle forme di intrattenimento derivavano dal bere stesso seguendo l’etica del simposio della moderazione del bere. Un’iscrizione su una coppa potoria del V sec a.C. invitava così i convenuti: “Sii contento e bevi bene”. un vino con un intenso rosso rubino tendente al granato. Liquirizia, lampone e salvia, dal sapore deciso e fresco, con tannini eleganti e veri, e tanta sapidità che rinfresca un finale da favola.
Le Braci: Colore intenso con riflessi purpurei, tendenti al granato. Morbido, elegante, sontuoso al palato, regala al naso un bouquet intenso e ricco ed una lunga persistenza dello sensazioni gusto-olfattive. La sovramaturazione delle uve, o meglio l’avvizzimento spinto degli acini, dona al vino una struttura complessa. È vino che sviluppa tutte le sue potenzialità già durante l’invecchiamento in piccole botti di legno, il quale, oltre a stabilizzare il colore, induce una riduzione dell’astringenza; il vino acquista un aroma fresco ed una regale suntuosità.I suoi profumi di fiori e di frutta sono in bella evidenza: la menta, la prugna, le note sottilissime di frutti, la liquirizia, la vaniglia e le spezie. La morbidezza del suo sapore lungo chiude con una piacevole vena amarognola del vitigno da cui deriva: il Negroamaro.
Leone de Castris: La cantina inizia l’imbottigliamento dei suoi prodotti con Piero e Lisetta Leone de Castris, nel 1925. Nel 1943 nasce il Five Roses, il prodotto più conosciuto dell’ azienda ed il primo vino rosato ad essere imbottigliato e commercializzato in Italia e da subito esportato negli Stati Uniti. Five Roses. Spuma soffice con perlage a grana finissima e molto persistente. Il colore è un rosa antico con riflessi ramati. Il profumo è elegante, caratterizzato da note di piccoli frutti di bosco arricchiti da piacevoli sentori di crosta di pane. Al gusto manifesta una raffinata pienezza accompagnata da una gradevole freschezza. Ottimo come aperitivo e con piatti a base di frutti di mare e crostacei, perfetto anche con salumi e formaggi di media stagionatura.