Italian producers who sell more

Quando si parla di export e quando l’export è legato al vino in Italia sono numeri importanti. Così il centro Studi di Mediobanca ha presentato una ricerca nel quale si evidenzia questa esplosione nelle vendite del vino italiano. Dai dati dello studio infatti emerge che l’anno scorso, i ricavi delle 155 principali aziende che coprono il 76% del fatturato del settore, sono cresciuti del 6,5%, con l’export aumentato del 7,7%. Ma a trainare questa corsa del nettare di Bacco nostrano, c’è anche il buon andamento del mercato interno, che ormai prosegue dal 2014: ebbene, nel 2017 i ricavi generati solo in Italia sono saliti del 5%. Vi riporto qua di seguito un articolo di Giuseppe Cordasco apparso su Panorama

La classifica delle cantine

In realtà, i dati di Mediobanca non fanno che confermare anche per il 2017 un trend produttivo affermatosi ormai già da qualche tempo. In testa alla classifica dei maggiori produttori per fatturato dell’anno scorso troviamo infatti il gruppo Cantine Riunite-Giv con 594 milioni di ricavi, ossia il 5,1% in più rispetto al  2016.

A seguire Caviro (315 milioni, +3,9%) e Antinori (221, +0,4%). Più staccati si segnalano poi Zonin, che ha realizzato una crescita del 4,2% portandosi a 201 milioni, e la Fratelli Martini a quota 194 milioni in forte crescita (+13,3%).

Sono invece in tutto sette le aziende vinicole che hanno ottenuto nel 2017 un aumento dei ricavi superiore al 10%: si tratta di La Marca (+30%), Farnese (+28%), Ruffino (+15%), Enoitalia (+14%), Contri (+14%), i già citati Fratelli Martini e Mezzacorona (+13%).

Prospettive e investimenti

Nonostante il 2017 sia stato un anno difficile per le rese, circostanza che potrebbe pesare sui conti dei prossimi bilanci, le aspettative di vendita per il 2018 restano comunque positive: il 93% delle società interpellate nell’ambito della ricerca di Mediobanca prevede infatti di non subire un calo dei ricavi, a fronte di un 7% che teme invece una flessione per l’anno in corso.

E che il clima sia fondamentalmente improntato all’ottimismo, è testimoniato anche dalla crescita del 26% che nel 2017 si è registrato sul fronte degli investimenti materiali, con le cooperative che segnano un aumento del 41% e le società di capitali del 17%.

Da notare poi, sempre in tema di fiducia degli operatori, che investire in Borsa nel vino resta un ottimo affare: tra marzo 2017 e marzo 2018 infatti la capitalizzazione dei titoli che compongono l’indice di settore mondiale è aumentata ben del 12,2%.

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