Esistono quattro diverse classificazioni in Borgogna: regionale, comunale e due tipi di comuni a vigneto singolo, premier cru e grand cru.
Questo è uno dei modi in cui si presenta l’architettura della Borgogna la quale differisce da Bordeaux (tradizionale rivale) Bordeaux, perché molti produttori possiedono appezzamenti dello stesso vigneto, piuttosto che esistere in castelli autonomi.
I vini delle più ampie regioni della Borgogna sono etichettati come Bourgogne AC, mentre i migliori provengono dalla Cote d’Or, divisa in Cote de Nuit a nord e Cote de Beaune a sud.
I principali comuni del vino rosso includono Gevry-Chambertin, Nuits-St-Georges, Vosne-Romanée, Chambolle-Musigny, Beaune, Pommard e Volnay.
I comuni più importanti del vino bianco includono Chablis, Puligny-Montrachet, Meursault, Corton e Pouilly-Fuisse.
Le differenze qualitative dei vini sono fortemente legate ai singoli vigneti e non è un caso che le due più alte categorie del sistema di qualità siano esclusivamente riservate all’identificazione di vigneti.
Quindi, la categoria più alta del sistema è Grand Cru attualmente riservata ad appena 33 vigneti e che rappresentano appena il 2% della produzione totale Borgognona. I vigneti Grand Cru sono così celebrati e famosi che in etichetta non viene riportato il nome del villaggio di appartenenza ma solamente il nome del vigneto.
Esempi di Grand Cru sono Bâtard-Montrachet, Bonnes Mares, Chapelle-Chambertin, Clos de Vougeot, Corton-Charlemagne, Echézeaux, Griotte-Chambertin, La Romanée, La Tâche, Le Montrachet e Richebourg.
La seconda categoria utilizzata per la denominazione è Premier Cru, attualmente riservata a ben 562 vigneti della Borgogna e che rappresentano circa l’11% della produzione totale della regione.
Il nome del vigneto è riportato nell’etichetta subito dopo il nome del villaggio di appartenenza.
I vigneti grand cru della Borgogna sono i più costosi in Francia, con un costo medio di 4,35 milioni di euro per ettaro, secondo l’agenzia fondiaria francese Safer.