Si è concluso l’appuntamento milanese de I Migliori vini italiani, evento ideato da Luca Maroni. Tre giorni di incontri, degustazioni guidate e cantine di tutto rispetto. Onestamente mi aspettavo un po’ più di clamore e soprattutto molta più gente. Lo stesso evento de I Migliori Vini Italiani a Roma ha fatto registrare il tutto esaurito con un afflusso da derby. Io sono andato domenica sera e nelle due sale del Magna Pars Event di via Tortona a Milano ci saranno stati in tutto una cinquantina di persone. Il “magnete” Luca Maroni non è bastato ad attrarre i tanti milanesi amanti del vino. Per i pochi appassionati presenti invece, è stata invece una manna. Molte le cantine presenti soprattutto del nord e centro Italia, assenti il sud e le isole. Vari nomi di cui potrei parlarvi come Elena Walch con uno straordinario Pinot bianco e un Pinot nero da manuale, Montalbera con il Ruchè, se al naso volete sentire rose e viole, il Castello di Cigognola con La Maga, un barbera che unisce la morbidezza e vivacità con dei tannini esemplari, Argentaia con l’Orto delle Monache, un Sangiovese che sposa un 15% di Alicante e invecchiato per 20 mesi. Insomma potrei parlarvi di questo e tanti altri vini che mi hanno entusiasmato. Come ogni degustazione ho fatto una classifica limitandomi a tre vini.
Ruchè di Montalbera è un vino DOCG piemontese rosso rubino della provincia di Asti. Un vitigno autoctono omonimo con un estensione di soli 110 ettari, che regala sensazioni tutte sue. Al naso rosa, ginepro e un intensa viola. Un vino profondo e sensazionale, in bocca rilascia tutte quelle sensazioni sentite al naso con un tannino delicato. Si narra che il Ruchè sia stato portato in Italia durante il XII secolo dai monaci cistercensi provenienti dalla Borgogna. È un ottimo vino da formaggi saporiti di media-alta stagionatura (Castelmagno, Grana Padano, tome varie) e per i piatti tipici piemontesi come la bagna cauda, la finanziera e gli agnolotti, si abbina molto bene con secondi di selvaggina.
Maramia 2013 vino rosso biodinamico 100% Sangiovese. Questo vitigno cresce ascoltando musica. Per ogni filare sono previste delle casse acustiche che diffondono note mozartiane. La musica fa bene all’uomo come alle piante, questa è la filosofia dell’azienda. C’è di più, il percorso musicale continua anche in cantina riposando in botti e cullato dalle sonorità dei canti gregoriani. Un Sangiovese di Romagna biodinamico, un vino pregiato unico nel suo genere. Di questa cantina e di questo vino vi parlerò dettagliatamente in un prossimo articolo, sarebbe riduttivo queste due righe per una cantina che ne merita molte di più.
Villa Simone: Frascati superiore docg – Vigneto Filonardi. E’ uno dei pochi Crù di Frascati riconosciuti. Nasce in collina su un suolo vulcanico. Un intenso giallo paglierino, al naso aroma di pesca matura, albicocca e pepe verde in bocca una mineralità importante seguita da sapidità e dal riconoscimento di frutta matura. Sapidità intensa rilasciata dal terreno. Questo vino riposa su fecce nobili per tre mesi il che gli consegnano ulteriori aromi e gentilezze. Gli abbinerei dei formaggi saporiti e stagionati o del salmone affumicato. Ha avuto i riconoscimenti della guida Bibenda 2016