Verona 28 Gennaio 2017: La giornata non è soleggiata, fa freddo e un leggero pulviscolo di umidità avvolge Verona nel giorno dell’ Anteprima Amarone 2013 svoltosi nelle sale del palazzo della Granguardia. A rendere calda la giornata ci ha pensato il Re della Valpollicella, l’Amarone il vino nato per caso, come tutte le grandi invenzioni, ma conosciuto in tutto il mondo. L’Amarone fa da traino alla Valpollicella e in particolare alla Valpantena una zona particolarmente vocata. Thomas Harris nel macabro libro “Il Silenzio degli Innocenti”, fa bere al raffinato Hannibal Lecter l’Amarone. Oggi qua presenti una cinquantina di giornalisti pronti a bere, degustare e parlare senza accenno di sacrificio dell’annata 2013, di ciò che i produttori hanno messo in campo e che andrà in commercio tra qualche mese. Appena entrato, mi dicono che la sala stampa è al piano superiore e che hanno gia cominciato. Mi accoglie una sala silenziosa e dei somelliers che servono sei vini per volta e per ciascuno di noi. In totale ci sono ben 83 Amaroni.
Inizio anche io e come mi ha insegnato il mio maestro non deglutire nulla. Lo so è un peccato, ma provate voi. Via con i primi sei, e poi ancora sei e ancora, tutti rigorosamente con l’etichetta nascosta. La prova si è svolta senza nessun intoppo, ognuno di noi aveva di fronte sei 6 bicchieri e i sommeliers si segnavano per ognuno le bottiglie che stavamo degustando dandoci solo il numero della bottiglia. Quindi degustazioni alla cieca, senza cadere nel tranello di lasciarsi impressionare dal produttore. Sono stati gli stranieri a fare il pienone, americani e giapponesi, pochi italiani ma tutti intenti ad annotare caratteristiche, sensazioni, colori e punteggi.
Durante la degustazione qualcuno ha commentato che il vino ancora non era pronto. Devo essere sincero effettivamente alcuni Amaroni peccavano di troppa giovinezza lasciando quella traccia zuccherina che è propria del parente “Recioto”. C’era da ricordarsi però che si trattava di una “anteprima” e non di annate particolari. Vi posso garantire che degustare 83 Amaroni, data anche la corposità del vino, non è stato semplice. Come è mia prerogativa e abitudine sono sempre alla ricerca di piccole cantine, di piccoli laboratori di alchimia vinaria pronti a regalermi le reali sensazioni di un Amarone. Su questo vino si fa tutt’ora molta polemica, perchè l’Amarone non rappresenta un territorio ma una tecnica di produzione. Ma affronterò in un articolo dedicato il tema Amarone nei nostri giorni. Nulla togliendo quindi ai Bertani o Ca dei Frati o nella fattispecie storica Sartori io ne sono uscito con la mia personalissima lista dei tre Amaroni che bisogna assolutamente bere e tenere in cantina.
- Farina: non è una delle più piccole aziende ma il suo vino mi ha incantato. Rosso rubino intenso con un bordo granato. Al naso c’è di tutto: spezie, legno, in bocca sa di marmellata di lamponi, more e prugne sotto spirito, speziato di pepe, coriandolo e cannella.
- Tenute Falezza: Lui è un uomo simpaticissimo e sorridente con un forte accento veneto. Nel suo Amarone tanto impegno e pazienza. Si sente la frutta appassita, il tabacco, le spezie e anche qualche nota agrumata. Lascia in bocca morbidezza ed eleganza. Io non l’abbinerei a nulla per me è un vino da gustare così, semplice.
- Albino Armani: azienda fondata nel 1963, c’è tanta storia dietro un naso di grande complessità, spezie, cannella, sentori vegetali e una leggera vaniglia che affina e ammorbidisce e poi marasca pepe, straordinario.
Lo so è limitante, ma sarebbe stato inutili farvi una lista degli 83 vini in lista. Mi sono sacrificato per voi e li ho assaggiati tutti. Molti saranno daccordo con me altri no, il vino è molto più complesso rispetto ad una semplice descrizione. Il vino è come il profumo, molto ma molto personale. Molte cantine della Valpolicella sono aperte al pubblico, alcune occupano antiche e sontuose ville, altre antichi monasteri benedettini, altre ancora sono moderni complessi all’avanguardia. Prenotando con un certo anticipo, molte aziende vinicole della Valpolicella, con i loro vigneti, le stanze di appassimento e le cantine con le immense botti di rovere, possono essere visitate e vi si possono degustare i loro prodotti. Questa è l’Italia che ci invidiano e che dovremmo salvaguardare con cura. Dopo questo accenno patriottico vi rimando al prossimo articolo sull’Amarone e su come viene prodotto.